Partiamo da Verdello, puntiamo per Piacenza transitando da: Treviglio, Agnadello, Pandino, Lodi, Casalpusterlengo, Guardamiglio, Piacenza, transitiamo sul nuovo ponte sul Pò, appena finito prendiamo a dx seguente le indicazioni per Valli Piacentine, Val di Nure, Grazzano Visconti, trovate un report sul paese medioevale quì, così facendo transitiamo per la SP654 che percorre tutta la Val di Nure, transitiamo per: Podenzano, Grazzano Visconti, Vigonzolone, Ponte dell' Oglio, Bettola, Farini, Ferriere, Gambaro, Selva, poco dopo Selva scolliniamo presso il Passo Tomarlo che divide l' Emilia Romagna dalla Liguria, seguendo le info per Genova, sempre sulla SP654 ma non più con la denominazione strada della Val di Nure ma strada della Val d' Aveto. Transitiamo per: Santo Stefano d' Aveto, Caselle, Rezzoaglio, teniamo sempre le indicazioni per Genova, la strada diventa SP586, in località Parazzuolo prendiamo a dx per Grupparolo, Sbarbari, teniamo sempre la principale sino a Cicagna, quì, prendiamo, a dx, per Gallinaria - Gattorna, poco prima di Gattorna prenidamo, a sx, per Uscio e successivamente per Recco metà del nostro itinerario, arriviamo a recco e ci fermiamo a mangiare presso la focacceria di O' Fugazzà che oltre a preparare dell' ottima focaccia al formaggio fresco offre dei posti a sedere e bibite fresche ad un prezzo onesto. Finito il pranzo scendiamo al mare ma ci rimaniamo poco, troppo caldo con i nostri vestiti addosso. Riprendiamo il nostro viaggio ripercorrendo per alcuni km la stessa strada dell'andata nella fattispecie fino a Uscio, qui prendiamo, a sx per Calcinara, Pannesi, Lagomarsino, Ferriere (non è lo stesso paese dell'andata), rimaniamo sempre sulla principale, SP77, sino ad incrociare, sulla dx, la SS45 strada della Val Trebbia, che transitando per: Serra, Montebruno, Bobbio ci porterà verso Piacenza, da qui in poi ripercorriamo a ritroso la stessa strada della mattina arrivando a Verdello.
Osservazioni:
La strada della Val di Nure è in pessime condizioni con continui avvallamenti e crepe di notevole importanza, in ottimo stato quella della Val Trebbia ma, con limiti che spesso non ci consentono di superare i 70 km/h e visti i frequenti controlli conviene rispettarli, vedi la nota sotto.
Curiosità:
La focaccia di Recco un prodotto semplice e sano, con pochi ingredienti, lontano da ogni tipo di sofisticazione,eppure così difficile da riprodurre. Forse proprio per questo il riconoscimento IGP prosegue, grazie al forte legame del prodotto con il territorio, grazie alla manualità e alla naturalità con la quale i focacciai del luogo tirano le sfoglie, veri e propri veli che a vederli ci si chiede come facciano a maneggiarli, con quelle grandi mani, senza romperli.
Farina, formaggio fresco, olio extravergine, acqua e sale più un pizzico di segreto dell’essere focacciai recchesi, l’essere capaci! Si narra che grazie alla possibilità di disporre di olio, formaggetta e farina, cuocendo la pasta ripiena di formaggio su una pietra d’ardesia coperta, venne “inventato” quel prodotto gastronomico che oggi conosciamo come “Focaccia di Recco col Formaggio”. Sul finire del 1800, quando Recco contava circa 3.000 abitanti, ritroviamo la “Focaccia di Recco col Formaggio” nei cinque forni cittadini che campavano alla meglio vendendo esclusivamente le focacce liguri, uno di essi esiste ancor oggi (forno Moltedo). Alla fine dell’ 800 aprono a Recco le prime trattorie con cucina, ed a quei tempi la “Focaccia col Formaggio” veniva proposta unicamente nel periodo di celebrazione dei morti.
Strumentazione:
Per tracciare il percorso abbiamo usato il software Tyre con l'abbinamento di Google Maps, software free molto potente, e il software Autoroute© 2010, la carta stradale della Lombardia e della Liguria, durante il tragitto ci siamo serviti del navigatore satellitare Tom-Tom Rider.