Passo del Sassello - Passo del Turchino - Marmary | Itinerari in moto | Foto gallery

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Passo del Sassello - Passo del Turchino per un totale di 470 km.
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Partiamo da verdello come prima meta abbiamo Acqui Terme che raggiungiamo transitando in successione per: Treviglio, Cassano d'Adda, Lodi, Sant' Angelo Lodigiano, Lodi, Pavia, Voghera, Tortona, Alessandria, arrivati ad Acqui Terme seguiamo le indicazioni per il Passo del Sassello 516 m/slm transitando per:, Ponzone, Sassello, arrivati al passo seguiamo le indicazioni per Savona, arrivati ad Albisola Marina sostiamo per gustarci il mare, proseguiamo per Varazze, Congoleto, Arenzano, Masone, Campo Ligure, Rossiglione, Ovada, Silvano d' Orba, Bosco Marengo, Tortona, da quì in poi ripercorriamo a ritroso lo stesso itinerario dell' andata fino a Verdello fine della nostra giornata in moto.

Osservazioni:
Le strade percorse sono visto il periodo dell'anno le abbiamo trovate abbastanza sporche di sabbia reduce del periodo invernale, ma comunque sempre piene di fascino visti i luoghi che ci hanno circondato. arrivati al passo del Sassello è quasi d' obbligo una sosta per l'assaggio dei famosi "Amaretti di Sassello" di di cui i più rinomati, leggi buoni, sono quelli della ditta "Virginia". L'itinerario proposto comporta almeno 8 ore in sella ne consegue che bisogna avere il fondoschiena abbastanza allenato.

Curiosità:
Durante l’Ottocento, nell’entroterra a cavallo tra Liguria e Piemonte, era abitudine dei contadini piantare alberi di mandorlo sotto casa; questo sia per potersi godere, in primavera, la fioritura, sia per raccogliere, in autunno, i frutti. Tuttavia ben presto si pose un problema: queste piante producevano quantità di mandorle talmente notevoli da superare di gran lunga il fabbisogno famigliare annuale. Per questo motivo si pensò di sperimentare il prodotto in pasticceria: Sassello fu il primo paese a trovare una soluzione adeguata, dando vita all’amaretto.
Il primo tentativo di commercializzare il prodotto risale al 1850 per opera dei coniugi Rossi, proprietari di un piccolo ristorante. All’epoca tutto il lavoro era manuale e, in un primo tempo, gli amaretti venivano conservati in grandi barattoli di vetro, per poterne mantenere l’aroma e la morbidezza; soltanto in un secondo tempo si pensò di incartarli uno per uno. Questa soluzione favorì e semplificò la commercializzazione del prodotto sassellese non solo all’interno del paese, ma anche in altre località. Il figlio dei coniugi Rossi, Pietro, diede in seguito un forte impulso sia alla produzione sia alla vendita di questo particolare dolcetto ligure, anche grazie alla registrazione del marchio “Virginia” (nome che deriva non da una persona fisica, bensì dalla marca di un sigaro peruviano). Gli amaretti “Virginia” ebbero subito successo e furono premiati durante importanti esposizioni internazionali come le Colombiadi del 1892 e l’esposizione di Parigi del 1911.

Strumentazione:
Per tracciare il percorso abbiamo usato il software Autoroute©, la carta stradale della Lombardia , Piemonte, Liguria, durante il tragitto ci siamo serviti del navigatore satellitare Tom-Tom Rider.



Grafica e immagini by MARMARY.com
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