Val di Nure - Passo Cento Croci vers. 2006 - Marmary | Itinerari in moto | Foto gallery

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Val di Nure - Passo Cento Croci per un totale di 505 km.
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Partiamo da Verdello con direzione Piacenza, appena passato il ponte alle porte della città, giriamo a dx e teniamo la strada principale passando in successione una serie di rotatorie (è la stessa strada che utilizziamo per imboccare la Val Trebbia), all'indicazione sulla dx Val Trebbia proseguiamo dritti con direzione Val di Nure -- Ferriere, teniamo sempre la principale, raggiunto e passato Ferriere troviamo il paese di Selva, dopo alcuni km valichiamo il Passo Tomarlo 1.485 m/slm e scendiamo in direzione di Bedonia, qui prestiamo attenzione a non prendere la strada che porta al Passo Cento Croci 1.055 m/slm (lo toccheremo al ritorno del nostro itinerario e comunque rimane un ottimo ripiego in caso di pioggia) ma prendiamo a dx per Pelosa, Santa Maria del Taro, Chiavari, così facendo valichiamo il Passo del Bocco 956 m/slm. Raggiunto Chiavari prendiamo come direzione obbligatoria a dx per successivamente ritornare verso Sestri Levante, raggiuntolo prendiamo a sx per Varese Ligure -- Passo Cento Croci. Scollinati dal Passo scendiamo verso Borgo di Taro e successivamente Bardi (con lo splendido castello che sovrasta il paese) che passiamo prendendo come direzione Castell' Arquato, Fiorenziola d'Arda, Piacenza percorrendo la S.S.9 via Emilia, raggiunta Piacenza prendiamo a dx con direzione Lodi, Treviglio, Verdello.

Osservazioni:
Due parole sulle condizione delle strade percorse, la prima parte del percorso (Ferriere) si svolge su strade non in ottime condizioni e dalle curve che nella maggior parte dei casi stringono non poco in uscita, la seconda parte invece sarebbe in ottime condizioni, utilizzo il condizionale per il fatto che noi abbiamo trovato parecchi punti con della sabbia reduce della stagione invernale, dove il manto stradale è pulito toccare le pedane non è poi così difficile. Questo itinerario mette a dura prova il fisico per il fatto che bisogna rimanere in sella almeno otto ore di conseguenza consiglio di partire presto per potere effettuare delle tappe e rientrare con un orario consono, il tutto verrà ampiamente ripagato dallo spettacolo offerto dalla natura durante la gita.

Curiosità:
Ideata a difesa del territorio circostante, la fortezza di Bardi è stata nei secoli ampliata e migliorata, andando di pari passo alle necessità degli abitanti, e divenendo quindi una straordinaria testimonianza del mutamento dei costumi e degli stili di vita nel corso dei secoli.
Nel 989 Everardo, Vescovo di Piacenza, ritenne fondamentale la realizzazione di una prima struttura a guardia del territorio circostante. Gli Ungari scendevano in quegli anni a saccheggiare l’Italia ed egli temeva che potessero devastare il territorio di Bardi.
Nei secoli successivi queste prime mura furono migliorate, ma vennero distrutte nel 1255, quando Uberto Pallavicino, signore ghibellino di Piacenza, decise di sterminare la fazione guelfa della propria città, ivi rifugiatasi. Questo permise, nel 1257, ad Ubertino Landi, conte piacentino, di acquisire le alti valli del Ceno e del Taro ed iniziare la costruzione di una Fortezza militare a difesa del territorio, determinando così l’attuale struttura quadrangolare.
La fortezza nasce come eremo imprendibile, in grado di reggere un assedio di 5 mesi e ospitare al suo interno fino a 400 persone, grazie a strutture quali la ghiacciaia, le stalle civili, poste subito oltre il corpo di guardia, e il pozzo - una cisterna idrica in grado di recuperare da tutta la fortezza buona parte delle acque piovane.
Innumerevoli sono i miglioramenti che hanno, di volta in volta, modificato l’aspetto della fortezza, per seguire i progetti della Famiglia Landi, sempre più impegnata nel proprio ruolo amministrativo, grazie alla crescente indipendenza dal comune piacentino.
Viene incrementata la presenza di soldati e gli spazi ad essi dedicati, come la piazza d’arme ed i camminamenti eretti per opera di Manfredo Landi durante il XIV secolo. Sono gli anni in cui i Landi vedranno riconosciuto il loro dominio sul territorio di Bardi da parte dell’imperatore Ludovico IV, il Bavaro.
Nel ‘400 terminarono i lavori delle torri esterne connesse ai camminamenti e vi fu un ampliamento delle stanze signorili rivolte verso l’abitato. In questi anni vennero create le nuove segrete, con la stanza della tortura, e le cucine di epoca rinascimentale, che vennero sovrapposte ai livelli interrati – due piani nascosti, e per buona parte non più transitabili, osservabili da alcuni “fori” nelle cucine.

Strumentazione:
Per tracciare il percorso abbiamo usato il software Autoroute©, la carta stradale della Lombardia, Emilia Romagna, Liguria. Durante il tragitto ci siamo serviti del navigatore satellitare Tom-Tom Rider.




Grafica e immagini by MARMARY.com
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